MTB Itinerario n°8 Capovalle Passo Cavallino della Fobbia Malga Corpaglione Cima Campei e ritorno

Itinerario

30 km per questo itinerario, anzi no circa 28 in realtà e poi vi spiego anche il perchè :).

Partenza su asfalto dal paese per raggiungere il passo Cavallino della Fobbia, qui si svolta verso sinistra seguendo le indicazioni per Coccaveglie e il Monte Spino imboccando l’unica via sterrata che si presenta. Da qui si sale percorrendo i tre tornanti  e proseguendo ancora oltre per il rettilineo per un totale di circa 2,5 km, a quel punto si arriva ad un bivio diritti si va per Coccaveglie Monte Manos, a destra invece alla malga Corpaglione, prendiamo quindi in direzione malga Corpaglione e proseguiamo sulla strada sterrata fino a raggiungere un piazzale con ben sei diramazioni. In questo punto bisogna fare molta attenzione, infatti anche noi ci siamo cascati come degli allocchi, la segnaletica dalla strada è molto carente c’è un solo cartello tutto storto che segna il Monte Spino (Campei de Cima è proprio sulla strada di quell’itinerario) e sembra che indichi di proseguire dritto sulla strada che ci si propone davanti a noi, infatti questo è quello che abbiamo fatto anche noi, purtroppo si arriva solo ad un capanno da caccia e da li poi non c’è altra via che tornare. La strada da seguire, il sentiero sarebbe meglio dire è più in basso bisogna quindi proprio scendere alla casina che si vede sotto la strada, sotto il laghetto, e li e solo li si capisce che quello è il sentiero giusto da imboccare.

Da qui in poi è impossibile sbagliare il sentiero è ben percorribile anche se abbastanza tecnico con delle belle curve e dei bei saltini, a dire il vero ci sono un paio di punti in cui è anche un pò più che tecnico, e li la bici va spinta, in molti tratti infatti l’acqua scorre nel sentiero stesso e lo ha quindi scavato rendendolo poco adatto alle nostre MTB. In ogni caso non c’è mai bisogno caricarsela in spalla e questo credo sia la cosa più importante in assoluto.

Il fondo è prevalentemente in terra battuta alternato a qualche breve tratto di roccia dura e a qualche altro di materiale ghiaioso trasportato dalla pioggia lungo il sentiero stesso,  complessivamente è comunque molto ben mantenuto e abbastanza largo si riesce a pedalare in tutta sicurezza, nell’ultimo km e mezzo inoltre appena prima di arrivare al rifugio il sentiero si allarga a diventare stradina rendendo così ancora più agevole il tratto finale del percorso.

Durante il tragitto da Malga Corpaglione a Campei de Cima si è costantemente immersi nella vegetazione, nell’unico punto in cui il sentiero si espone un pò siamo riusciti a vedere la diga di Valvestino dall’alto, sullo sfondo il Monte Baldo. Arrivati al rifugio, dove si ha una splendida vista sul lago di Garda, potete scegliere il vostro tragitto, da qui infatti si può scendere in Degagna arrivando a Cecina oppure in Valvestino arrivando a Navazzo; in alternativa potete anche, come abbiamo fatto noi del resto, semplicemente tornare sui vostri passi.

Come sempre vi allego la mia traccia GPS (fin dove è rimasto acceso perlomeno) ospitata dal sito endomondo.com, la trovate al seguente link.

MTB Itinerario n°7 Capovalle Vantone Idro Capovalle

Itinerario

Qualche tempo fa ho letto su Vallesabbianews un articolo (potete trovarlo qua) su una vecchia mulattiera recuperata  che da Capovalle porta a Vantone di Idro  e mi son detto proviamolo, ne parlano molto bene, inoltre parlano proprio di sentiero per mountainbike e passeggiate a cavallo, non sarà poi così difficile, porto anche mia sorella dunque per una volta che c’è un sentiero bello risistemato di fresco…..

L’imbocco è in zona Mandoal, la strada di mezzo delle tre una volta raggiunta l’area di picnic. Si scende un 50 metri e poi si continua tenendo sempre la destra, si noterà subito che la strada si restringe, nel giro di 500 metri stiamo già percorrendo uno stretto sentiero molto spesso non pedalabile (la staffa a monte picchia sul terreno), vabeh dico, in fondo è un sentiero qualche passaggio brutto ci deve pur essere, anche se non pensavo di trovarmelo così presto.

In effetti subito dopo (poche centinaia di metri) il sentiero sembra tornare pedalabile, si scende ancora fino a girare versante e qui iniziano i guai… La vecchia mulattiera era totalmente persa nella vegetazione, molte piante sono cresciute nel sentiero, per renderlo agibile le piante sono state tagliate, tagliate si ma a 10-15 cm da terra lasciando una marea di monconi che da qui fino a Vantone ci accompagneranno a spro battuto. Inutile dire che così è estremamente pericoloso rimanere in sella, basta colpire con la ruota uno di questi monconi per sentire la bici piantarsi ed essere disarcionati col rischio di finire di sotto quindi proseguiamo spingendo…

Il sentiero comincia a scendere in maniera decisa, facciamo un paio di tornanti, sempre con la bici a spinta, abbastanza impegnativi ma comunque ben tracciati e scendiamo. Via via che si prosegue diventa sempre tutto più difficile, il sentiero si stringe sempre più, i monconi non mancano mai, e ad un certo punto non credo ai miei occhi: il sentiero si “tuffa” letteralmente verso il basso!! Impossibile scendere con la bici a spinta, me la carico sulle spalle e mi faccio almeno un buon 50-60 metri in una sorta di “canale a strascico” appoggio la mia bici e torno a prendere quella di mia sorella, per una donna è decisamente troppo!! Quando sono in fondo alzo gli occhi e guardo, avrei proprio voluto vederlo un mulo a salire di li, mi sbaglierò ma in passato qualche tornante lì c’era di sicuro.

Da qui in poi si va avanti tutto su questa linea, i tornanti storici sono spesso stati “tagliati” e la bici va portata ogni volta a spalle, in alcuni punti il sentiero viene ad assottigliarsi in maniera tale che una bici e una persona che la spinge non ci stanno e bisogna veramente essere prudenti per non finire di sotto.

Dopo due ore abbondanti di discesa non proprio semplice, finalmente avvistiamo il lago, siamo ancora nei boschi ma questo ci da coraggio, arriviamo appena sopra ai tetti delle case di Vantone e facciamo gli ultimi 80 metri di discesa con la bici a spalle. Qui ci sono addirittura dei gradoni, dubito che il sentiero originale passasse di lì o forse i muli di una volta erano davvero dei grandi atleti perchè personalmente io e la mia bici a spalle non siamo scesi in maniera proprio agevole da lì.

La risalita sulla provinciale fino a Capovalle in confronto alla discesa è stata una passeggiata, e anche più corta come tempi, il che credo dia tutto dire. Personalmente se qualcuno mi chiedesse se quel sentiero è un sentiero adatto ad un giro di MTB gli direi che in bici non è transitabile A NESSUN LIVELLO nè tantomeno con un cavallo, se volete proprio farlo, fatelo a piedi e con dei buoni scarponi che vi riparino le caviglie e non dimenticate una buona dose di prudenza, sarà assolutamente necessaria!

Come sempre ho condiviso la traccia su endomondo.com potete trovare tutto a questo link.